Raccolgo volentieri l'esortazione della Direttrice a scrivere per questa nuova rubrica di DOL'S Magazine, in cui illustrare le città in cui siamo nati o dove abbiamo trascorso gran parte della nostra vita.
Oppure, come è nel mio caso, che ci sono rimaste
impresse a fuoco nel cuore e nella mente.
Il problema è che, in effetti, questo invito (per
non parlare dei suoi adorabili messaggi di sollecito) mi ha mandato un bel po’ in
crisi; perchè i posti che in qualche modo hanno inciso sulla mia esistenza non
sono assolutamente pochi
Innanzitutto c'è Bari, mia "città madre".
Qui sono nato e qui sono tornato a vivere i miei
ultimi giorni.
È pertanto pleonastico che debba scriverci sopra
qualcosa; per quanto quel che ho in mente non la dipingerebbe come appare ai
turisti di mezzo mondo o a chi naviga tra i reel che illustrano la manifattura
delle orecchiette e la cottura di spaghetti bruciacchiati..
Se di questa città si intendono cogliere tutti
gli aspetti è bene sapere che, piuttosto che quella descritta nei dépliant
promozionali, ne verrebbe fuori una immagine assai più simile a quel che ne
pensava Pierpaolo Pasolini nel suo racconto del 1951 intitolato “Le due Bari”.
Anzi, peggiore.
Poi c'è Cagliari,
che definisco "la mia città amante".
Lì dove ho trascorso il periodo più appassionante
e gratificante della mia esistenza.
Non la vissi da turista, ma da autentico
“stampacino”. Ovvero abitante di Stampaxi (si pronuncia Stampace): un quartiere
posto così intriso di magia (anche nera, accidenti) che non riesco ancor oggi a
comprendere perché non venga assimilata a Torino, Lione e Praga, componenti il
triangolo esoterico più potente del mondo occidentale.
Ho già dedicato al capoluogo sardo il mio primo
libro, il pamphlet "L'invidia dei Fenicotteri" (edito da La Zattera,
2015). Quindi, figuriamoci se su quella città non aspergerei un bel po’ di
altre parole d'amore anche da queste righe.
Poi, …accidenti quante sono…, non riesco a fare a
meno di pensare anche a tutte le altre città dove ho messo piede.
In alcune per motivi professionali quali Valona,
Chimoio, Mutare, Drawsko, Norimberga, Pristina, Peč, Pristina, Roma, Madrid,
Valencia.
In altre per personale necessario trasporto
culturale: Parigi, Siviglia, Praga, Terezin, Budapest, Vienna, Cracovia.
Come diamine potrei riuscire a sceglierne tra
esse solo qualcuna di cui narrare, quando in ognuna stati scanditi momenti
salienti della mia esistenza?
Io ho respirato l'aria di quelle città. A pieni
polmoni.
L’ossigeno del loro cielo è penetrato in ogni mia
cellula, ne ha raggiunto il nucleo, si è fissato sulle molecole del mio DNA ed
è, così, diventato parte di me. Imprescindibilmente.
Ognuna di esse mi ha mostrato, insegnato,
lasciato qualcosa.
A mia volta, in ognuna di esse ho lasciato un
frammento di me: i miei pensieri, le mie parole, le mie azioni.
Ognuna di esse mi è stata fattrice di sapori,
profumi, sensazioni di vario genere, passioni. Soprattutto di tante
riflessioni.
E, ma sì..., anche di qualche rimpianto.
In ognuna di esse mi è accaduto un qualcosa che
meriterebbe di essere raccontato. Magari proprio qui su DOL'S.
Un po’ per volta, che la serratura dello scrigno
della memoria comincia ad ossidarsi.
Quindi, Direttrice, che ne pensi ?
Attacco a scriverne ?
(Respirando
l'aria di cento città-1)
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