sabato 15 giugno 2024

Davanti al Teatro Ambra Jovinelli (Roma, 7 giugno 2024)





Immemori (anzi, evidentemente ignoranti !) del ruolo che il Teatro svolge sin da millenni, lo si considera ormai comunemente nulla più che una attività ricreativa.
Di cui fruire soprattutto se si ha un ingresso omaggio (“io pagare per vedere uno spettacolo ? ma quando mai: accendo la tv e lo vedo gratis"), se “fa ridere” (“che già ci abbiamo tanti pensieri a casa…”) o se è militante (“che deve dire l’assessore se non mi vede…?”). Purché non faccia pensare troppo, naturalmente; che è una brutta abitudine.
Comunque, se proprio ci si deve andare, che sia subordinatamente alla serata in pizzeria. Priorità assoluta è riempirsi la pancia; poi semmai nutrire quei quatto neuroni che vagano smarriti nell’encefalo. Ma senza impegno.
Dalle mie parti è sicuramente così. Altrove, non so.
E dire che il Teatro, in quanto Arte è soprattutto Storia. Del Pensiero, dei popoli e delle loro società. Vallo a far capire…
Ebbene, tra i tanti templi in cui si celebrava l’Arte scenica, a Roma ce n’è uno che ha condizionato la Storia italiana contemporanea. Quella di noi boomers di certo; ma anche delle generazioni successive. Solo che non lo sanno.
È il Teatro Ambra Jovinelli, inaugurato nel 1909 nel quartiere Esquilino. Sul cui palcoscenico da Ettore Petrolini in avanti si sono esibiti tutti.
Ma proprio tutti.

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