sabato 29 gennaio 2022

Canto la Storia dell'astuto Ulisse



Non che la odiassimo, ci mancherebbe...
Il fatto è che l'Odissea (così come l'Iliade, l'Eneide, i Promessi Sposi, la Gerusalemme Liberata e tutti i più maestosi classici della Letteratura universale) ce la propinavano a scuola più spesso tout court, senza partecipazione, senza empatia didattica. Difficile, perciò, che non arrivassimo a detestarli tutti.
Apprezzarli, comprenderli, appassionarsi alle vicende in essi narrate è semmai storia successiva, di quando si inizia a leggere per godimento e non per dovere.
Poi accade che quel grande Aedo che è Flavio Albanese si metta a cantare delle gesta di Ulisse. In Teatro.
E l'interesse ritrovato si trasforma in Amore sviscerato.
Con lui, attorno a lui, il palcoscenico diventa campo di battaglia, poi varco delle mura di Ilio, antro di Ciclopi, talamo di maga, fumoso oltretomba, tolda di nave, Itaca riconquistata.
Afrore di acqua salmastra pervade la platea, sferzata nelle tempeste scatenate dalla vendetta di Poseidone. Mentre antiche nenie mediterranee riempiono l'aria, sussurrate da eteree Faraualla a loro volta Sirene, Muse, Erinni e ancora altro.
Tutto è magia.
Al termine è impossibile non ammettere, assieme con la rassegnata ma appagata Circe, che sì... davvero "tutto è giusto e perfetto".


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© LERARIO Cosimo, 2022




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