Struttura: atto unico.
SIPARIO
Palcoscenico completamente buio.
Voce fuori campo
È
il 13 maggio 2017. È un sabato.
Per
la prima volta nella sua Storia la cittadina di Molfetta, in provincia di Bari,
sta apprestandosi a vivere una esperienza storica.
Di
qui partirà nientemeno che una tappa del Giro d’Italia.
La
numero 8, da Molfetta a Peschici…
Lentamente un riflettore illumina
un letto su cui giace assopito un uomo (Mauro)
visibilmente sofferente. Di fianco ad uno dei lati del letto è posta una sedia,
Di fianco all’altro c’è un comodino sul quale è posta una bottiglia di acqua
minerale ed un bicchiere, poggiati su una pila di giornali sportivi (alcuni dei
quali di colore rosa, dimostrando di essere La Gazzetta dello Sport).
Dalle quinte arriva pedalando in
bicicletta un ragazzo (Corrado). Si
ferma presso il letto. Scende dalla bicicletta e la poggia sulla testiera del
letto.
Va a sedersi sulla sedia posta a
lato del letto e prende la mano dell’uomo stringendola a sé.
Mauro
Si desta di soprassalto, alza
lentamente la testa dal cuscino, si solleva sui gomiti e nota la presenza del
ragazzo.
Corrà,
che stai a fare qua?
Corrado
Ciao,
“il nonno”. Ti sono venuto a trovare. Come ti senti?
Mauro
E
come mi devo sentire… Mi sento stanco. Debole.
Mi
sento come…come se tengo una barca intera poggiata qua sopra… Proprio qua sopra
al petto. Non riesco nemmeno ad alzare un braccio.
Corrà,
per piacere… mi dai un po’ d’acqua?
Corrado
E
come no… Poca però… che poi ti viene la tosse e non la smetti più.
Versa in un
bicchiere un dito di acqua da una bottiglia posta sul comodino e lo accosta
alle labbra dell’uomo così che ne assuma piccolissimi sorsi, dopo tre dei quali
rimette il bicchiere sul comodino tossendo rumorosamente.
Mauro
Grazie,
uagliò. Grazie assai. Che tempo fa fuori?
Corrado
Bello.
Sta un bel sole. E fa caldo.
Mauro
Quanto
pesce avrei preso se uscivo… Invece sto qua… in questo letto… a finire di
campare.
Corrado
Nonno,
che stai a dire? Finire di campare… si… proprio…
Il
tempo che ti riprendi e vedrai che pesca andremo a fare assieme. Sta tutta la
stagione ancora.
Mauro
Uagliò…
ma tu … ti sei alzato dal letto stamattina per venire a prendere per il culo
proprio a me, il nonno tuo? O ti pensi che non sono in grado di capire che me
ne sto andando… dolce dolce…?
Guarda
che il cervello mi funziona ancora. Tutto il resto se n’è andato ai carboni…ma
la capa è ancora buona.
Si…e
mo’ mi faccio prendere per fesso da “na menza lenza” come te.
Corrado
Non dice nulla.
Guarda il nonno fisso negli occhi. Si inerpica sul letto. Quindi lo abbraccia
con forza.
I due restano abbracciati in
silenzio per parecchi secondi. Il primo a staccarsi è Mauro che con decisione
stacca il ragazzo da sé. Corrado si rimette a sedere.
Mauro
Meh,
uagliò… basta adesso. Che sono queste sceneggiate da femmine…
Che
tempo sta fuori?
Corrado
Te
l’ho detto prima… C’è il sole e fa caldo.
Mauro
Ah…
E che ore sono?
Corrado
Guarda
l’orologio al polso
Le
otto e mezzo. Di mattina.
Mauro
Ah…
E che giorno è oggi?
Corrado
Oggi
è sabato. È il 13 maggio.
Mauro
Sabato
13? E tu che stai a fare qua…?
Corrado
Come
che sto a fare qua… Sto vicino a te….
Mauro
Nella
giornata di oggi… tu stai qua appresso a me …
Corrado
Eh…
Nella giornata di oggi sto qua vicino a te…. E quindi…?
Mauro
E
quindi… vuol dire che non ti ho insegnato proprio niente. Ho sprecato il fiato
con te…
Corrado
Ma
cos’è che stai a dire … Non ti capisco proprio…
Mauro
Ti
ricordi o no che cosa sta a Molfetta oggi…
Corrado
No.
Che cosa sta a Molfetta oggi?
Mauro
Ma
come… che cosa sta a Molfetta oggi…
Sta
la partenza del Giro di Italia. Questo sta a Molfetta oggi.
Corrado
E
quindi? Che ne dobbiamo fare che oggi qui sta il Giro d’Italia?
Mauro
parlando tra sé
e sé
È
una cosa da matti …oggi... con questo.
Io
sto qui a morire.
E
mio nipote sta diventando scemo. Ambo secco.
Sta
più nient’altro che deve succedere oggi?
Corrado
Ma
si può capire che ti prende? Che stai dicendo?
Mauro
Sto
dicendo che se non ti muovi ad andare a vedere il Giro di Italia, vuol dire che
sei diventato tutto scemo.
Ma
come… Qui succede una cosa che non si era mai vista… una cosa che io e tu ce la
siamo guardata soltanto alla televisione… quanti pomeriggi ci abbiamo passato
davanti.
Ed
ora? Ora che sta qua, che la puoi vedere da vicino, che puoi andare a toccare i
ciclisti…le biciclette… Ora che sta a Molfetta… tu stai qua a perdere tempo
appresso a me.
Ma
vedi se si ti muovi… “spezzato di gambe”.
Alza
il culo dalla sedia, prendi la bicicletta e vai! Muoviti.
Corrado
Io
da qua non mi muovo. Io solo non ti lascio.
Mauro
sarcastico
Eh
sì… Siccome lui rimane qua, quando arriva la Morte…quella lo vede, si spaventa
e si va a fare un altro giro… si va a prendere qualcun altro…
imperativo
Muoviti!
Alza il culo dalla sedia… prendi sta cacchio di bicicletta e vai!
Corrado
No.
Io resto qua.
Mauro
Mannègghie
a cùdde criste… Non mi poteva essere rimasta un poco di forza in corpo… solo un
poco… che mi alzavo da sto letto e ti davo tante di quelle “stampate” sulla
schiena finché non te ne uscivi da quella porta “bicicletta e tutto” … Muoviti!
Corrado
No.
Puoi uscire matto quanto vuoi. Io da qua non mi muovo...
Mauro
La
capa tosta… come una pietra. Tosta!
Corrado
Da
te ho preso. Lo dici sempre.
Mauro
Ah
sì? Io lo dico? E allora è meglio che adesso mi sto zitto. E vedi di stare
zitto anche tu. Che non ti voglio più sentire.
Mauro distoglie
lo sguardo dal ragazzo, si appoggia sullo schienale del letto, chiude gli occhi
mettendosi a respirare profondamente e sempre più irregolarmente.
Corrado restando
seduto sulla seggiola, inarca il tronco in avanti e poggia la testa sul letto
restando a fianco del nonno.
I due restano in
completo mutismo.
Dal fondo emergono, illuminate
gradualmente, due figure che procedono lentamente verso il centro della scena
dove è il letto su cui giacciono Mauro e Corrado.
I due personaggi
(Marco e Fausto) indossano completi da corridore
(NdA:
sarebbe auspicabile (se
tecnicamente possibile) che il movimento delle due figure fosse “discendente”.
Nel senso che se sul fondo del palcoscenico potesse essere posizionata una
piccola scalinata nera (quindi invisibile nell’oscurità) i due la percorrerebbero
scendendo lungo la stessa.
Nel contempo una luce con tonalità
azzurrognola, conferirebbe al loro movimento una nuance di irrealtà.
L’eventuale contemporaneo utilizzo di una “macchina per fumo” potrebbe
realizzare una cortina azzurrognola da cui emergerebbero le due figure).
Marco
parlerà con
lieve accento romagnolo, naturale e senza forzature caricaturali
“Mo’ boia d’un mond léder” … Fausto, ma ti
sembra mai possibile che hanno bisticciato per colpa nostra? Ma si può…
Fausto
parlerà con
lieve accento piemontese, naturale e senza forzature caricaturali
Pirata,
guarda che non hanno mica litigato per noi due.
Anzi…
Ricordi?
Proprio quando si mettevano a parlare di noi due andavano d’amore e d’accordo.
E
come brillavano gli occhi al vecchio quando raccontava le mie imprese a
Corrado…
Marco
“Mò”
sempre modesto tu, mi raccomando…
Evidentemente
non ricordi, caro il mio Campionissimo quante lacrime versarono tutti e due
quando i telegiornali dettero la notizia della mia morte.
Fausto
Si
che ricordo, Marco.
Il
vecchio riuscì a resistere solo fino a che non arrivò in mare aperto. Solo lì
si lasciò andare e scoppiò a piangere… lui da solo. Attorno c’erano solo i
gabbiani. E lo stesso aveva fatto quando seppe dalla radio che io me n’ero andato
per colpa della malaria.
Corrado,
invece, quando ascoltò al telegiornale la notizia che riguardava te si chiuse
in bagno per ore. E sua madre fuori a battere sulla porta, che non riusciva a
capire cosa gli fosse successo… perché fosse così disperato. Era per te,
Pirata.
Marco
Sai,
Fausto…penso che sia proprio per gente come loro che è valsa la pena vivere,
sudare, combattere, vincere; ed anche perdere. Perché quando noi correvamo, ricordi?
pedalavamo anche per loro. Soprattutto per loro. Perché portavamo addosso i
loro sogni.
Fausto
Ed
è per gente come loro che è valsa la pena anche morire. Perché se da vivi
incarnavamo i loro sogni, ora che siamo diventati di Luce per loro siamo ancora
più reali.
Prima,
quando eravamo vivi e correvamo, loro appendevano le nostre foto nelle
camerette, sui muri dei luoghi dove lavoravano. Ma da quando non ci siamo più…
ognuno di loro ci porta nei loro cuori, nella propria memoria. E’ così siamo
sempre con loro, adesso.
Noi
viviamo in loro. E loro in noi.
Marco
ironicamente
Accidenti
che cosa profonda hai detto, piemontese… Ci hai pensato da solo o l’hai letta
sulla Gazzetta dello Sport?
Fausto
Ohé,
pirata di pozzanghera…
Tu
devi solo ringraziare che quando correvi io ero già morto. Che con tutta la
polvere che ti avrei fatto mangiare ad ogni tappa ti saresti saziato per
qualche mese. Altro che le piadine di cui ti ingozzavi.
Marco
Ma
va…va… Altro che quel povero cristo di Ginetto Bartali, che facevi martire.
Ci
fossi stato io a quei tempi ti facevo sudare bagna cauda anche dal buco del…
sottolinea le
parole con un gesto eloquente
Fausto
Eccolo
là: il solito volgare di romagnolo.
Sempre
assente quando c’era lezione di buone maniere, non è vero?
Marco
Ha
parlato l’aristocratico signorotto della Langhe.
Tu
la bici la potevi usare solo per schiacciare le nocciole sotto le ruote. E poi
gliele andavi a vendere alla Ferrero per fare la Nutella. Ah…ah…ah…
Fausto
Vabbè,
giovane… Ora taci, che le chiacchiere sono tante. Ricordati perché siamo qui:
che cosa abbiamo da fare.
Che
dici, come ci comportiamo? Come facciamo?
Marco
E
che vuoi fare? Lo svegliamo e ce lo portiamo con noi. Come tutti gli altri.
Fausto
Ma
tu sai, Marco, che quando ero vivo e mi raccontavano che quando si sale in
cielo ti vengono a prendere le persone che hai avuto più care al mondo, io non
ci credevo minimamente?
Ed
ora proprio io sono qui a fare sto mestiere. Il traghettatore di anime. Ma si
può…
Marco
E
non ringrazi il cielo che finalmente un mestiere te lo sei trovato?
Non
hai mai fatto nulla in tutta la vita tua; almeno da morto ti rendi utile.
Fausto
Da
che pulpito… Sta parlando il re della riviera romagnola.
Tu
che non sudavi nemmeno in gara, visto che mandavi i gregari avanti a tirarti le
volate.
E
dai …fai la persona seria.
Marco
ridendo
A
me… A me…dici di fare la persona seria?
Oh,
ma ci vuole proprio una faccia di cu…di bronzo…
Tu
dici a me di fare la persona seria?
Tu
che nel 1948 hai fatto l’attore con Totò nel film “Totò al Giro di Italia”?
Tu
che sei andato in televisione con quell’altro fenomeno di Ginetto Bartali a
cantare al Musichiere?
Mo’
dai… che fai miglior figura a stare zitto.
ridendo ancora
più rumorosamente
Fausto
Caro
il mio bagnino di Cesenatico, a quell’epoca la gente riempiva i cinematografi
per vederci sfrecciare nei notiziari delle Settimana INCOM per qualche minuto.
Potevamo negare loro di vederci per due ore di fila in un film?
E
quando arrivò la televisione le persone invasero le case dei pochi che
l’avevano pur di vedere me e Gino prenderci in giro con un microfono.
Ma
che ne vuoi sapere tu…
E
secondo te… che devo tacere me lo faccio dire da uno che correva in bandana e
con l’orecchino per farsi chiamare “Pirata”?
E
dai… Nemmeno alle feste di Carnevale delle scuole elementari c’è chi andava
così in giro.
ride anch’egli
rumorosamente
Marco
A
proposito di Giro…
In
tutti questi anni non te l’ho mai chiesto. Ma ora devi essere sincero… se ne
sei capace. Dì la verità… Quanto ti ha dato fastidio che io sia stato il primo
ciclista italiano ad uguagliare il tuo record: quello di avere vinto nello
stesso anno Giro d’Italia e Tour de France?
Fausto
Ricordo.
Ricordo. Ci riuscisti nel 1998.
Vuoi
che sia davvero sincero con te?
con espressione
seria
Fui
tanto, ma davvero tanto orgoglioso di te.
Innanzitutto
perché sei italiano; dopo di me e prima di te c’erano riusciti soltanto
Anquetil, Merckx, Hinault, Roche e Indurain. Era ora che toccasse ad uno di
queste parti, no?
E
poi… poi… ma perché ti ho sempre ammirato, Pirata.
Come
uomo e corridore.
Guarda
che non ti toglievo mica gli occhi di dosso da lassù. Le ho viste tutte le tue
gare.
E
ho visto quanto sangue hai sputato dopo gli infortuni, per riprenderti, per
tornare sulla strada. Sai? Quando nel 1995 quel fuoristrada ti prese in pieno
mentre correvi la Milano-Torino ero lì lì pronto per venire a prenderti, Poi
per fortuna ti sei ripreso e hai potuto eguagliare il mio primato.
E
poi… poi ho visto quanto male hai ricevuto. Quanto te ne hanno fatto…
Come
ti hanno distrutto quando a Madonna di Campiglio truccarono le provette con il
tuo sangue per farti fuori dal Giro d’Italia e dall’ambiente con l’accusa più
infamante. Quella di essere dopato.
Ti
iniziarono ad ammazzare quel giorno, Pirata. Non ti sei più ripreso.
Cominciarono quella volta a distruggerti, sino a farti morire solo come un cane
in quell’albergo di merda la notte di San Valentino.
Bastardi!
Marco
Oh
Fausto. Calma…
È
tutto passato ormai. Certo che, ora che ricordo, anche quella notte che mi
venisti a prendere stavi fuori di te dalla rabbia.
Ma
ora è tutto passato. E chi ci pensa più…
Ora
stiamo insieme, no? Io e te. A tirarci le volate sulle strade di Luce.
Fausto
Eh
sì… Ma ciò non toglie che sono stato davvero cattivi con te.
Mah…
forse, hai ragione tu: è acqua passata.
Marco
E
tu ammiravi me…?
E
cosa dovrei dire io che sono vissuto nel segno del tuo mito, Campionissimo?
Sono
nato dieci anni e qualche giorno dopo la tua morte. Ma ho studiato tutto di te:
la tua tecnica, i tuoi metodi di allenamento, il tuo stile.
Ho
letto centinaia di articoli che ti riguardavano. Ho visto ore e ore di filmati
dove c’eri e vincevi.
Certo:
ho dovuto vedere anche il film scemo con Totò… Bisogna pur soffrire!
ride
Fausto
E
dalli…
Marco
No…dai.
Seriamente adesso.
Per
me eri un essere mitologico.
Ma
diavolo come facevi a scalare così veloce quelle montagne in sella a quelle
biciclette pesanti, squilibrate, con le gomme piene e le catene che si ingrippavano…?
Come
facevi a non congelare con quelle magliette in cotone…? A pensare che al giorno d’oggi se non
indossano il gore-tex griffato nemmeno ci salgono sul sellino… ‘sti fighetti
d’acqua dolce.
Invece
tu tiravi…tiravi. E salivi… E scalavi… E correvi… E vincevi… Soc’mè come
vincevi… Quanto vincevi…
E
te la dovevi vedere con quell’altro mostro di Gino Bartali; mica con un
pisquano qualunque.
Facile
vincere senza rivali. Invece tu no. Mica le cose per te potevano essere
semplici. Avevi il concorrente peggiore che potesse capitare, il più duro, il
più agguerrito… E tu vincevi ugualmente.
Qualche
volta anche lui in verità. Ma tu… tu vincevi.
Sei
anche passato in mezzo ad una guerra mondiale… mangiavi un giorno sì ed una
settimana no… E correvi. E vincevi…
E
tu mi vieni a dire che hai ammirato me?
Fausto
Stai
provando a farmi arrossire? Dai…
Erano
solo altri tempi rispetto ai tuoi. Tutto qui.
Marco
E
dopo la guerra siete stati tu e Bartali il simbolo della rinascita degli
italiani.
Quella
guerra l’avevamo persa…l’avevamo persa male… E voi avete ricordato che esiste
un qualcosa chiamato orgoglio… E che si può vincere … con il sacrificio e con
l’applicazione.
E
vincevate… E vincevi…
E
nel mondo ci rispettavano. Anche quelli che ci additavano come voltagabbana
perché avevamo cambiato alleati nel giro di due anni
Vincevate…
Vincevi per tutti noi.
A
pensare che ti sei fatto ammazzare da una zanzara… In Africa, poi… Non ti ha
ucciso la guerra, la fame, la fatica, la maldicenza, la gelosia, l’invidia… E
poi ci ha pensato un insetto da niente.
Assurdo.
Fausto
E
che vuoi farci, Pirata… La vita è strana. E la morte ancora di più
Entrambi si
guardano sorridendo, fingono di darsi qualche pugno e prorompono in una
fragorosa risata amichevole.
Fausto
Beh,
ragazzo…
Basta
ora con i ricordi. Che se no ci sciogliamo dalla commozione. E poi… va a finire
che…
Basta…
al lavoro, su, che abbiamo da fare.
Te
l’ho chiesto già prima: come ci vogliamo regolare?
Marco
Ed
io ti ho risposto già prima…
Come
con tutti gli altri. Mica è il primo che facciamo pedalare lassù.
Fausto
Allora,
forza “lavoratore”. Dai… diamoci una mossa.
Che
mi sa che ne abbiamo un bel po’ di altri da accompagnare lì di sopra dopo che
finiamo con questo.
Marco
A
proposito… Come è che Gino Bartali oggi non è venuto con noi? Si sarà mica
incastrato col nasone su qualche montagna…
Fausto
No,
no. Oggi è impegnato da un’altra parte.
Ohé,
non ripetergli che te l’ho detto; ma penso che sia meglio così, dai. Meglio che
non ce lo troviamo tra i piedi. Che già oggi qua non sarà facile
Se
ci fosse anche lui non ci si spicciava più… Me lo immagino proprio come si
metterebbe a brontolare.
Marco
facendo il verso
all’accento toscano
“Oh bimbi…gli è tutto
sbagliato… gli è tutto da rifare…”
Quante
volte gliel’hai sentito dire, Fausto?
Fausto
Tante.
Troppe. Immagina se fosse qui.
Già
il povero Mauro…
volge lo sguardo
verso il vecchio morente
Non
è che se stia andando proprio serenamente. Ci fosse anche lui, con quei suoi
modi bruschi, sai che quarantotto succedeva qui…
Marco
Beh…
però a Mauro non gli posso dare tutti i torti. Una volta in un secolo che il
Giro di Italia passa qui a Molfetta... E Corrado se lo perde.
Io…
da mò che al posto del ragazzo stavo già sulla linea di partenza.
Fausto
E,
certo, che tu a sensibilità non è che stai scarso… di più: non sai proprio come
è fatta…
Questi
sono gli ultimi momenti in cui il ragazzo può stare vicino a suo nonno prima
di… ed è ovvio che non vuole perderli.
Cosa
vuoi che ne sappia, il giovane, che ci siamo noi… qui, ora… ad accompagnarlo...?
Cosa
vuoi che sappia di come vanno le cose… dopo… dopo che succede quello che deve succedere?
Lui
sa soltanto che tra poco non rivedrà più suo nonno, non gli potrà più parlare,
non lo potrà più abbracciare.
E
pensa che questo sia per sempre, che con la morte finisce tutto.
Invece
dovrà solo rimandare la gioia di rivederlo al momento in cui verrà anche la
sua, di ora.
Anzi,
mi sa che se continua ad essere così appassionato di ciclismo toccherà ancora a
noi due venire a prendere pure lui.
Marco
sarcasticamente
Si…
mò me lo segno. Me lo scrivo sull’agenda.
Fausto
Che
spirito di patate dolci…
Marco
dapprima
assorto; quindi come illuminato
Fausto…
mi è venuta un’idea.
Fausto
No,
eh… Conosco quello sguardo. Non facciamo i soliti casini.
Marco
Dai…
È un’idea grandiosa. Ascoltami…
Fausto
Vuoi
vedere che ho già capito dove vuoi andare a parare? Non se ne parla proprio.
Marco
Dai…
Rimane qui…tra di noi. Chi vuoi che lo venga a sapere?
Fausto
guarda verso
l’alto
Uno
a caso, che dici…? Uno che normalmente sa sempre tutto.
Marco
E
allora…? Un po’ di iniziativa, che diamine. Una volta tanto esci dagli schemi.
Sei
rigido, Fausto… altro che Airone… pollo da batteria ti dovevano chiamare.
Fausto
Ma
si può sapere che hai in mente? Avanti, dillo.
Marco
Facile:
questa volta ci facciamo vedere anche da chi resta. Da Corrado.
Lui
così si tranquillizza, sapendo che Mauro viene con noi. E va a vedersi la
partenza del Giro. come il nonno voleva. E tutti sono felici e contenti.
Compresi noi.
Fausto
Ma
che dici? Lo sai che non si può fare. Non ci possiamo fare vedere da chi non è
ancora pronto a venire con noi.
Marco
E
qui ti sbagli. Non si può fare? Chi l’ha detto? Dove sta scritto?
È
solo che non è stato mai fatto prima. Ma di fare…si può fare. Sino a quando non
viene espressamente vietato …si può fare.
Fausto
Mi
stai facendo venire il mal di testa… No! Non se ne parla proprio.
Marco
Oh,
ma sei proprio rigido. Regole, regole, regole.
Una
eccezione… una volta tanto… a fin di bene… mai, eh?
Fausto
Non
siamo nemmeno autorizzati...
Marco
E
chi se ne frega. Agiremo di iniziativa.
Che
ci possono fare: ci licenziano? Ci cacciano? E dove vuoi che ci mandano…
Ci
ammazzano? Sai che paura: siamo già morti.
E
dai… Ma quando correvi, facevi solo quello che ti dicevano i dirigenti?
Fausto
Quando
mai… e come vincevo se no?
Marco
Visto?
E facciamola una volta tanto un’opera buona.
E
poi… la vuoi sapere tutta?
Mi
sono annoiato di fare solo il traghettatore: da qua lì sopra. E poi un altro da
accompagnare da qua a lì sopra. E poi un altro ancora: sempre da qua sotto fino
a lì sopra. E basta con questa routine. Mica possiamo limitarci ad accompagnarli.
Ne
ho abbastanza…Usciamo fuori dagli schemi almeno una volta. Una volta tanto.
Dai…
Fausto
E
sia. Mi hai quasi convinto… Ma sia chiaro che lo faccio solo per il ragazzo.
Marco
Oh.
Così mi piaci, Fausto.
Fausto
Procediamo,
quindi.
Marco
con entusiasmo
E
andiamo!!!
I due si sporgono sul bordo del
letto e iniziano a scuotere delicatamente Mauro.
Marco
sottovoce
Mauro…
Mauro… Oh…Dai…. svegliati
Fausto
Buongiorno,
Mauro… Forza…. È ora.
Mauro apre gli
occhi molto lentamente. Il respiro che sino a quel momento era rumoroso ed
irregolare, ora è assolutamente normale. Si solleva senza alcuno sforzo, Si
mette meglio seduto. Strabuzza gli occhi e guarda i due.
Mauro
incredulo per la
sorpresa
Ma
voi… Voi… Voi siete…
No…
non è possibile… Voi due… voi siete…
Marco
Piacere,
Mauro… Sono Marco Pantani, detto il Pirata
gli stringe la
mano
Fausto
Ed
io sono Fausto… Fausto Coppi, detto l’Airone.
Ben
trovato, Mauro.
gli stringe
anch’egli la mano
Ma
qualcosa mi dice che ci avevi già riconosciuti, vero? Ah… ah… ah…
Mauro
ancora con tono
incredulo
Ma
non è possibile. Voi… Voi… Voi siete… insomma, Voi non ci siete più.
Marco
Eh
sì… Effettivamente noi da un po’non ci siamo più… su questa Terra.
Io
manco ormai da tredici anni: dal giorno di San Valentino del 2004
Fausto
Invece
io dal 2 gennaio 1960.
E
ormai, da qualche istante, caro Mauro, nemmeno tu… come dire… nemmeno tu ci sei
più… su questa Terra.
Mauro
Ah…
È successo, allora …
Marco
Eh
sì. Si… È successo.
Fausto
Ma
tu non devi spaventarti. Ci siamo noi qui. Siamo venuti a prenderti e ti
accompagneremo dove devi andare. Non preoccuparti di niente… Pensiamo noi a
tutto.
Marco
ironicamente
Eh
sì… È arrivata l’agenzia di viaggio... Aereo, albergo e pasti all inclusive… Ma
che vai dicendo?
Fausto
E
lo devo pur tranquillizzare… che dici?
Mauro
No.
No… Non vi preoccupate. Io sto tranquillo. È che non me l’aspettavo… di vedere
voi, voglio dire…
Marco
E
che c’è di strano. Noi ti dobbiamo tanto. A te ed a quelli come te: che dopo
aver sognato assieme a noi e con noi quando c’eravamo, ora ci tengono vivi con
i loro ricordi.
Fausto
Si
è Eterni sinché si continua ad albergare nei cuori di qualcuno. E noi lo siamo,
grazie alle persone come te e come tuo nipote. Ed anche tu lo sarai, perché
Corrado…
si volge a
guardare il ragazzo
…ti
terrà sempre con te.
Mauro
È
vero
si volge
anch’egli a guardare con dolcezza il ragazzo, che continua a stare in silenzio
con il volto schiacciato sul letto
Madonna,
come sono pentito per come l’ho trattato male qualche minuto fa. Che bestia che
sono stato…
Ma
l’ho fatto perché non volevo che stesse qua a vedermi andare via. Non volevo
che soffrisse.
E
si, anche perché andasse a vedere il Giro, che se lo merita… Perché è veramente
un bravo ragazzo.
Marco
strizzando
l’occhio a Fausto
Certo…
Sarebbe bello se tu lo potessi salutare. Invece di andartene così, dopo aver
bisticciato. Che ne pensi, Fausto?
Fausto
Eh
sì. Certo… Hai proprio ragione. Sarebbe proprio bello. Ma chissà se si può
fare…
Marco
sornione
Tu
che ne dici, Airone… Si può fare?
Fausto
sornione
anch’egli
Mah,
Pirata… Chi lo sa. Però… ci si può provare.
I due iniziano a
scuotere Corrado con maggior forza rispetto a quella utilizzata per Mauro.
Marco
Corrado…
Oh. Corrado… Sveglia.
Fausto
E
dai, sveglia. Che non abbiamo tutto il giorno…
Corrado apre gli
occhi di botto e trasalendo si alza in piedi.
Corrado
spaventato
Che
c’è… Cos’è successo … Nonno, nonno.
Mauro
Sto
qua, Corrado. Calmati. Ti devo dire una cosa. Ma ora calmati.
Corrado
terrorizzato
Nonno,
chi sono questi due?
Mauro
E
com’è… non li riconosci?
Corrado
Eh
no. Chi sono?
Marco
Andiamo
bene… Questo manco sa chi siamo. Quasi quasi lo rimetto a dormire e chiudiamo
tutto qui.
Fausto
E
dai, Pirata. Non vedi che è confuso? Vorrei vedere te…
Corrado
Pirata…?
Ma tu… tu assomigli a Pantani… Il grande Campione…
Marco
Modestamente
… Non è che ci assomiglio… Sono proprio io.
Corrado
E
lui invece… assomiglia a… a coso… come si chiamava…. Ah sì. Gino Bartali, mi
sembra.
Fausto
E
no… no. Questo no.
Pirata,
hai ragione tu. Diamogli una botta in testa e rimettiamolo a dormire.
Marco
con tono
infantile, facendo il verso alla frase di poco prima
E
dai, Campione. Non vedi che è confuso? Vorrei vedere te…
Ah…
ah… ah…
Mauro
autoritario
Basta,
voi due. Ora parlo io.
dolcemente
Corrado…
Questi due sono davvero Marco Pantani e Fausto Coppi, Non è che somigliano a
quelli: sono proprio loro. Ricordi: quante volte li abbiamo visti assieme, io e
te? Quante volte ne abbiamo parlato? Ed adesso stanno qui. Qui con noi.
Corrado
E
che ci fanno… qui? Loro sono morti… tutti e due,
Marco
ironico
Accidenti
che spirito di osservazione. E chi se lo aspettava…
Fausto
autoritario
Marco,
smettila!!!
Mauro
Auè…
i Campioni…
autoritario
E
basta adesso. Mò parlo io
Marco e Fausto
si zittiscono assentendo con rispetto. Mauro si rivolge a Corrado
È
così, uagliò.
Marco
e Fausto sono venuti a prendermi. Perché sono loro che mi accompagneranno… là…
insomma … là dove devo andare.
Perché…
tu hai capito, vero?... io devo lasciare… come si dice, …di stare … qua… perché
adesso che sono… adesso che è successo che io… insomma, mò devo andare…là
volge l’indice
verso l’alto e si rivolge interrogativamente a Marco e Fausto
Oh…
Campioni… È sopra che dobbiamo andare?
Marco
Si…
si…
Fausto
Si…
sopra... Tranquillo…
Mauro
Hai
sentito… uagliò?
Vado
sopra. Mica giù. Devi stare tranquillo.
Corrado
singhiozzando
No!
No.… nonno. Non mi lasciare. Non te ne andare… Non andare via con loro…
Mauro
Corrado…
nipote mio.
Ma
ti rendi conto di cosa mi sta capitando? Vado via con loro. Che meraviglia.
Ho
sognato per una vita intera di essere come loro. Mi sono crucciato una vita
intera di non averli mai potuti guardare da vicino, di non avere mai stretto la
loro mano, di non aver mai incrociato il loro sguardo.
Ed
ora vado via con loro…in gruppo… a vincere la tappa mia. In gruppo.
E
mai… mai avrei sperato di trovare dei compagni di volata migliori.
Sperato
mai… ma sognato sì…
Ed
ora io so che è vero che i Sogni sono fatti di Luce… perché tra poco io con
loro pedalerò verso la Luce. In gruppo…
dentro il mio Sogno.
E
quando un giorno toccherà a te… stai certo che verrò io a prenderti…
E
pedaleremo di nuovo: io e te…e anche loro… in gruppo… verso la tua Luce… a vincere la tua tappa… a coronare il tuo
Sogno.
Corrado
singhiozzando
più forte
No.…
nonno. Aspetta ancora un poco… Resta ancora un poco qui con me…
Marco
con
straordinaria dolcezza
No,
Corrado. Non si può più aspettare.
Fausto
È
arrivato il momento. Dai…su…salutalo. E non dirgli addio; ma “arrivederci”.
Corrado e Mauro
si guardano negli occhi e si stringono in un abbraccio fortissimo, che durerà
per parecchi secondi durante i quali Corrado continuerà a singhiozzare
forsennatamente.
Marco
staccando i due
con delicatezza
Su…
su… andiamo ora.
Fausto
E
tu, Corrado, se davvero hai amato tuo nonno per quello che era, ora devi
ringraziarlo per il dono più grande che ti ha lasciato: la capacità di sognare.
Adesso
anche tu devi correre al cospetto dei tuoi Sogni, così come lui sta avviandosi
all’Eternità con i suoi Sogni. Con noi.
Marco
Ragazzuòlo…
Hai capito quello che ti sta dicendo Fausto?
Corri
dai tuoi Sogni.
Fausto
Cosa
ti ha chiesto nonno Mauro … sogna… e rendi materiali i tuoi sogni.
Oggi
puoi farlo; tra un‘ora saranno tutti lì, alla partenza. Ciclisti, meccanici,
dirigenti, cronometristi, giornalisti, operatori delle televisioni di tutto il
mondo… Il tuo Sogno è ad un passo da te. Corri. Vai.
E
così renderai eterno tuo nonno, perché i suoi Sogni continueranno a vivere
grazie a te e dentro di te.
Mauro
Vai
uagliò… Vai!
E
sai che io sarò lì vicino a te. Oggi. E sempre.
Vai!
rivolgendosi a
Marco e Fausto
E
mò andiamocene pure noi, che se no questo non si muove.
E
pure perché mi sono scocciato di aspettare.
Altro
che volata di tappa in gruppo. Questo mi pare un funerale.
Marco
Beh,
Mauro…Effettivamente….
Fausto
Ma
statti zitto una volta tanto.
Hai
ragione, Mauro. È ora. Andiamo.
I tre volgono le
spalle a Corrado ed al pubblico e lentamente si avviano verso il fondo della
scena.
Mauro è al
centro tra Marco e Fausto.
NdA: Gli effetti sono gli stessi
impiegati quando sono entrati in scena Marco e Fausto: fumo e luce azzurrognola
con effetto dissolvenza.
Se come detto sopra si dispone
della scalinata a gradoni il movimento (ora dei tre) sarebbe “ascendente”. Il pubblico vedrebbe i tre salire verso
l’alto.
A metà strada (o
a metà scala) i tre si fermano. Mauro si volta verso Corrado, lo guarda con
espressione amorevole ed intensa e gli dice:
E
mi raccomando, uagliò… Non smettere mai di sognare. Mai.
Ricordatelo
sempre. I Sogni volano, nuotano, gridano, piangono, ridono…
I
Sogni vivono.
E
per quelli come noi, sai che altro succede?
I
Sogni …
pausa
…
pedalano!
Si gira verso il
fondo.
Si spengono tutte le luci.
SIPARIO
FINE
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